Il racconto figurato nasce per un pubblico giovanissimo per il quale alcune mie rappresentazioni potrebbero, per alcuni aspetti, risultare un poco cruenti. Vengono qui illustrate le vicende di quattro giovani garibaldini soresinesi caduti in battaglia:Antonio Ponzetti, Pietro Ratti, Ernesto Bagatti, Antonio Bettoni. Nella narrazione di tali vicende non si è potuto evitare il tema scabroso della morte, di cui l’intero racconto é permeato. Mi suonava tuttavia falsità ed ipocrisia presentare le battaglie risorgimentali come eventi enfaticamente eroici, intrisi di gloria e privi di sofferenza; ho voluto bandire la retorica e mostrare l’intimo aspetto fragile di quei soldati, fatto di dubbi, rimpianti e paure. Mi sono limitato, comunque, a tratteggiare due soli episodi riferiti alla vera e propria battaglia di Monte Suello, laddove viene descritto il ferimento di Pietro Ratti e la circostanza della morte di Antonio Ponzetti, affidando poi a figure di “narratori” il compito di esporre, sommariamente, le vicende di altri due garibaldini caduti in battaglia: Ernesto Bagatti ed Antonio Bettoni. Ho evitato altresi di raffigurare gli Austriaci, riducendoli a ombre lontane che prendono corpo solo con il fragore degli spari: questo per non affrontare la crudezza dei combattimenti corpo a corpo e per non appesantire il racconto con il problema delicato (e mai risolto) dell’umanità del “nemico”. Per quanto riguarda lo svolgimento della narrazione ho preferito creare una sorta di “cornice” che unificasse le circostanze della morte dei quattro garibaldini: circostanze avvenute in tempi e situazioni diverse, ricorrendo a personaggi di fantasia che agissero da collante per episodi fra loro variamente slegati. Nascono cosi il forestiero curioso, il Vecchio bisbetico del cimitero, il soldato Emilio, il sergente guercio e, di conseguenza, le loro azioni non sono inquadrabili nella realtà storica. Sono, viceversa, reali le figure dei quattro garibaldini e di Gian Domenico Corbari e Francesco Genala, che hanno pronunciato discorsi solenni in memoria dei giovani caduti. Va precisato che la circostanza sulla morte di Ponzetti e la descrizione del cruento scontro a fuoco avvenuto a Monte Suello non sono ricostruite nei loro dettagli storico-militari, pur evidenziando (come realmente accadde) che alcuni errori strategici del comando garibaldino furono la causa di numerose perdite nelle file dei volontari. Non resta che accennare ai testi della narrazione, che ho cercato di rendere scorrevoli, senza rinunciare al vago sapore ottocentesco di alcune espressioni.
Introduzione di Primo Paolo Mainardi autore